Il pieno di verde, grazie!

Ovvero: l'energia necessaria ad affrontare la giornata.
Vitamine, sali minerali, colore. 
Ingredienti (per 2 persone):
2 kiwi maturi
1 banana matura
zucchero o dolcificante a piacere

Procedimento:
Armatevi di un frullatore (o di un minipimer, se maciullare la frutta al mattino con questo attrezzo vi rende sadicamente felici) ed azionatelo finché non avrete ottenuto un composto verde brillante, da bere subito, se volete con la cannuccia (che fa tanto vacanza, anche se è pieno inverno e state per affrontare la nebbia fredda di un mattino lavorativo). Pronti? Attenti: via! La giornata può iniziare!

A proposito di verde (che è sempre preferibile utilizzare, come in questo caso, quale carburante del pedibus piuttosto che per autovetture) vi lascio con un progetto delizioso del gruppo di designer londinesi Another Studio: qui potete vederne un video. A me è piaciuto tantissimo, voi che ne pensate?

BARBIE PATE'

Ed ecco che la mia ricerca sul colore si arricchisce di una stucchevole colorazione rosa, che però niente ha a che vedere con i dolci!
L'idea mi è venuta incontrando una mezza barbabietola che mi guardava tristemente dai fondali del frigo, ultimamente non molto rifornito. Il caso vuole che lì accanto ci fosse una miniporzione di Robiola, comprata chissà per quale occasione (probabilmente per fare palline speziate, progetto rimandato talmente a lungo che mi sono dimenticata come volevo farle) e molto vicina alla sua scadenza. Ecco come è nato questo strano paté salato, adatto ad essere spalmato su crostini di pane o a farcire barchette di pasta brisée. Gli adulti ne saranno probabilmente intimoriti, le bambine - se non fanno parte, come facevo io, di quella grama percentuale che detesta il rosa - lo adoreranno.

Ingredienti:
75 g di formaggio fresco spalmabile, tipo Robiola
barbabietola, lessata con la buccia e spellata
pepe rosa, per guarnire

Procedimento:
Frullate o schiacciate con una forchetta la barbabietola ed aggiungetene un po' alla Robiola. Iniziate aggiungendone la punta di un cucchiaino e amalgamate bene con una forchetta; più barbabietola aggiungerete, più violetto diventerà il vostro paté: potete scegliere il colore che più vi piace, o giocare con diverse gradazioni ma ricordatevi che - com'è ovvio - più barbabietola aggiungerete, più il suo sapore diventerà persistente! Distribuite la pasta su dei crostini e guarnite con tre grani di pepe rosa, che ne arricchirà l'aspetto e renderà al contempo più pungente il gusto.
E poiché non resisto ad abbinare i miei esperimenti in cucina con foto strane che si trovano nel mio computer, vi lascio con un particolare di Costa San Giorgio, strada ripidissima nel centro di Firenze: avete mai visto un intonaco tanto... Barbie?

La mia Fiorentina (del cavolo)!

In questi giorni la mia ricerca di piatti colorati si è resa quasi frenetica: la voglia di primavera si fa pressante, ma da giorni i nuvoloni grigi che incombono sulla città rovesciano a tratti una pioggerellina fitta che si posa sulle cose, rendendole tristi.
Ecco come è nata questa crema blu-viola, che ha prima inquietato e poi sorpreso i commensali, che ne hanno visto un riferimento alla squadra calcistica di Firenze. Ebbene: pur conoscendo a malapena il gioco (pensavo che bastasse inseguire la palla e ogni tanto urlare "goal", ma mi hanno spiegato che la faccenda è un po' più complicata di così...) ho accolto l'analogia cromatica, adottandola nel titolo. Titolo che coinvolge anche il piatto più famoso di questa città: una bistecca al sangue di mucca Chianina alta fino a dieci centimetri che io non apprezzo (ai lettori carnivori prego notare come sono stata delicata nell'esprimere la mia disapprovazione nei confronti di questa pietanza), essendo vegetariana. D'ora in poi, a chi mi proporrà di "andare a mangiare una bella Fiorentina", potrò rispondere che, sì volentieri, a patto che la cucini io!

Ingredienti (per 3 persone):
300 g di penne rigate
1 piccola cipolla bianca
100 g di cavolo cappuccio viola
30 g di Grana Padano, grattugiato
sale, pepe

Procedimento:
mentre aspettate che l'acqua in cui cuocerete la pasta arrivi a bollore, tritate finemente la cipolla e fatela stufare per 3-4 minuti in una pentola con un bicchiere di acqua; nel frattempo tritate il cavolo lasciandone da parte qualche pezzetto, per decorare il piatto. Adesso viene il momento più divertente della ricetta: aggiungete il trito di cavolo, che sarà di un bel rosa-violetto, alla cipolla, e... magia! Tutto si colorerà di blu!
Una volta esauriti i gridolini di entusiasmo, salate, pepate e  lasciate stufare per 5 minuti. Cuocete la pasta e scolatela al dente, unitela al sugo, mantecate con il formaggio ed impiattate decorando con striscioline di cavolo crudo, tagliate sottilissime.
Viola alé!

PATE' DI PISELLI ALLA MENTA

Strega, strega... comanda color: VERDE!
In questi giorni sento il desiderio, ancora più accentuato del solito, di mangiare cibi colorati: sarà colpa del grigio persistente di questo cielo invernale che la mia ricerca di verdure pigmentate si è intensificata...
La ricetta che vi propongo è una crema spalmabile da abbinare con pane abbrustolito o cracker con pasta madre, ma che i più classicisti potranno utilizzare come condimento per la pasta.

Ingredienti:
200g di piselli secchi spezzati
4-5 foglie di spinaci freschi
1 pizzico di menta essiccata
1/2 spicchio di aglio
sale, pepe, olio extravergine di oliva

Procedimento:
Cuocete i piselli a fuoco bassissimo in una pentola coperti dal doppio del loro volume in acqua, per mezz’ora da quando inizia il bollore. Fateli raffreddare e metteteli nel boccale del frullatore con l’aglio, le foglie di spinaci, 2 cucchiai di olio e un pizzico di menta; salate e pepate a piacere e frullate finché il paté non sarà di consistenza omogenea e di un bel colore verde acceso. Servite su crostini di pane conditi con un filo d’olio.

TORRETTE DI CECINA

Oggi ho appreso l’esito dell’esame di stato per l'abilitazione alla professione di Architetto: passata! Per festeggiarmi ho architettato (passatemela, vi prego!) un’insolita cecina...
Ingredienti (per 1 persona):
150 g di farina di ceci
2 cucchiai di succo di barbabietola
olio, sale, pepe a piacere

Procedimento:
Mentre scaldate a fuoco basso una padella antiaderente di 15 cm di diametro, miscelate la farina di ceci con acqua quanto basta a rendere la pastella liquida, ma piuttosto viscosa (deve scendere lentamente dal cucchiaio): se riuscirete a renderla della consistenza giusta non avrete bisogno di utilizzare olio per la cottura! Salate e dividete la pastella in due ciotoline, aggiungendo ad una il succo di barbabietola e mescolando finché il colore non sarà omogeneo. Versate l’impasto giallo nella padella e lasciate cuocere a fiamma bassissima per 4 minuti, o finché la parte superiore della cecina non sarà rappresa; a questo punto potrete girarla con una spatola di legno, e si staccherà agevolmente dal fondo. Fate cuocere dall'altro lato per 2-3 minuti e ripetete l’operazione per l’impasto rosa. Sovrapponete i due dischetti di ceci così ottenuti su un piatto e tagliateli a metà. Poi sovrapponete di nuovo e tagliate ancora, ripetendo l'operazione n volte, finché non sarete soddisfatti; se il vostro frigo è più fornito del mio, potete rendere le vostre torri più sfiziose inserendo tra uno strato e l'altro una scaglia di Grana Padano e giocando in altezza. Essendo appena abilitata, oggi non ho voluto arrischiarmi nell'edificazione di un grattacielo, e mi sono accontentata di una... torretta!Condite con un filo d’olio evo e una macinata di pepe nero.
Buone costruzioni a tutti!
Durante la costruzione del piatto, con il sovrapporsi di mattoncini rosa alternati da un timido giallo, mi sono ricordata di una foto vicentina, scattata alla villa palladiana Capra detta "La Rotonda".

BIANCO e NERO

Questa volta ho ritrovato un'analogia cromatica riguardando vecchie foto perse nei meandri del mio computer; si tratta di una visita a Como sulle orme dell'architetto razionalista Terragni. Dopo il Novocomum, tappa obbligata era l'ex Casa del Fascio, adesso sede della Guardia di Finanza. Progettato nel 1932, l'edificio ostenta un sistema costruttivo con telaio in cemento armato, che si palesa nelle facciate tutte diverse rivestite in marmo bianco. L'interno gioca invece con rivestimenti in marmo nero: ed ecco che l'intradosso della scala riprende il rivestimento della zona dell'ingresso disorientando il visitatore, addomesticato ad apprezzare pavimenti scuri e soffitti bianchi, non viceversa!

Stesso contrasto cromatico si ritrova nel piatto, dove un candido risotto colloquia con una più rozza fagiolata nera.

Ingredienti (per 2 persone):
130 g di riso thai
1 bicchiere di latte di riso
lievito alimentare (o il più facilmente reperibile Grana) qb
100 g di fagioli neri
semi di papavero, per decorare

Procedimento:
Ammollate i fagioli per una notte e cuoceteli in pentola a pressione per 1 ora dal fischio; scolateli e conditeli con olio extravergine, sale ed una macinata di pepe nero. Cuocete il riso in pentola a pressione per 10 minuti con il doppio di volume in acqua salata poi, dopo aver abbassato la pressione sotto un getto d’acqua fredda, apritela e continuate la cottura con 1 bicchiere di latte di riso. Quando sarà cotto mantecate con il lievito (o con il Grana) ed impiattate con un coppapasta, disponendovi sopra i fagioli. Decorate con semi di papavero.

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